L'Istinto del Branco by Vito Giammetta

L'Istinto del Branco by Vito Giammetta

autore:Vito Giammetta [Giammetta, Vito]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lulu Enterprises, UK Ltd
pubblicato: 2008-02-04T23:00:00+00:00


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– E’ questa l’ora di rientrare? Dov’eri finito? Perché non mi hai avvisata? –

Vista l’ora, gli sembrava troppo sveglia! Aspettando il rientro del figlio, forse, non aveva dormito per niente.

– Scusami mamma, ero in box con Manuel a riparare la moto, non mi sono accorto dell’ora. Sono salito a prendere qualcosa da bere. Abbiamo quasi finito. – Sfilò due birre dal frigorifero e riprese l’uscita.

– Notte mamma. – Salutò a bassa voce, richiudendo piano la porta.

Era salito apposta per tranquillizzarla.

Erano appena le quattro, l’oscurità della notte iniziava ad affievolirsi. Fortunatamente, Manuel aveva informato la madre che si sarebbe intrattenuto a casa di Marco.

Ora avrebbero potuto dormire, per almeno cinque ore, ma la febbre che ancora li possedeva era troppo forte. Parevano compiaciuti l’uno dell’altro e molto soddisfatti, ma erano come adagiati su spine di rovi. Per levarsi un pensiero avrebbero potuto anticipare Andrea. Si resero conto che in quella condizione, le loro decisioni non potevano essere sensate. In precedenza erano state valutate molte ipotesi ed optate meticolose scelte; forse tutte assurde precauzioni. In quel frangente pareva che nessuna avesse più un peso.

Concordarono che il programma andava rispettato, in ogni dettaglio perché era stato ben studiato.

Se n’andarono a dormire, ognuno a casa propria; i problemi più grossi si sarebbero presentati nei giorni successivi.

Il proprietario del negozio, ritrovandosi il locale svuotato, aveva già denunciato il fatto, telefonicamente. Con insistenza, aveva preteso che i carabinieri intervenissero nell’immediatezza, per rilevare l’accaduto. Invitò ad osservare tracce ed altro che sarebbe potuto tornare utile nelle indagini eventuali. Mostrava fatture e contratti. Pretese la stesura di un 144

rapporto dettagliato che coincidesse con la soddisfazione delle clausole previste nelle polizze assicurative.

– Non si preoccupi! Ci lasci fare il nostro lavoro. – Il carabiniere, con il suo accento sardo, parve molto risoluto.

Erano solo in due. Il secondo iniziò a controllare le finestre, per rilevare segni d’effrazione. Notò il furgone in sosta.

– Quel furgone è vostro? Resta qui davanti tutto il giorno? – Chiese al proprietario del negozio.

– Non è nostro e non saprei dirle altro. – Rispose.

– No! Deve essere di un giovane operaio che abita qui attorno perché ogni mattino, verso le nove e mezza, se ne va via e fa ritorno solo la sera. – Rispose invece una commessa.

La donna non sembrava una trovatella; non sapendo che altro fare, seguiva attentamente lo sviluppo di quelle indagini, rimanendo in disparte.

Il più mattiniero fu Andrea. Uscì in macchina, in Via Savona, confondendosi nel traffico accentuato di quella fascia oraria; mancava poco alle nove. Dopo mezz’ora era a destinazione.

Incolonnato al semaforo, passò, sbirciando, davanti alla gioielleria; sembrava che nulla vi fosse accaduto.

Il furgone era ancora parcheggiato di fronte all’ultima finestra, nella traversa, però intravide l’auto dei Carabinieri, in sosta dietro al furgone. L’imprevisto gli creò un sussulto che per un attimo, lo disorientò totalmente. Come ipnotizzato, svoltò nella prima strada a sinistra; era disorientato, ma riuscì parcheggiare la sua piccola auto. Annotò il nome di quella via per potervi ritornare e si diresse al bar di fronte alla gioielleria. Doveva infondersi coraggio.



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